Comunicato stampa

I CONTEMPORANEI 3000

Udine, 18 dicembre 2011

 

 

PER GIORGIO VALENTINUZZI UNA MOSTRA FRA ITALIA E GRECIA-PASSANDO DAL WEB

 

La Terra, il Fuoco, l'Aria, l'Acqua e l'Arte come quintessenza: c'è tutto nell'ultimo exploit di Giorgio Valentinuzzi, che presenterà la sua esposizione primaria, poliedrica-mente concepita, alla vigilia dell'Epifania a Casali Maione di Bugnins di Camino al Tagliamento (Udine), nell'Azienda dei mecenati vignaioli Fabiola e Paolo Ferrin. Tema conduttore della manifestazione, che sulle vie dell'aria già tanta strada ha percorso con i commenti e molta altra ne percorrerà per terra e per mare, sono le "Forme plastiche", qui espresse dall'artista udinese Giorgio Valentinuzzi in 12 opere, tutte olio su tela di grande formato; una per ciascuno dei mesi dell'anno passato e di quelli precedenti, come di quello iniziato e dei successivi, in un richiamo all'eternità del tempo e dell'arte. Contestualmente all'apertura della mostra, alle 18.00, accanto alle vigne della Ferrin, ancora tra Terra e Aria, ma con "l'Acqua di Cana", sarà festa attorno al Fuoco di un grande Pignarûl epifanico e se la tradizione risale ai riti celti del dio Beleno, qui il significato di Epifania-manifestazione, si espanderà dalle forme plastiche delle fiamme a quelle del fumo per manifestare, appunto, gli auspici da trarre per la prossima annata artistica. Sarà quindi festa, perché, senza mistificazioni, il fuoco dell'arte è nella creazione e gli auspici non potranno che essere positivi perché l'arte, come l'universo, non ha un orientamento, né un sopra o un sotto se non per chi lo voglia arbitrariamente stabilire, quindi il fumo, ovunque andrà, andrà bene e tutti possono già confidare in questo, come nella certezza del falò e non viceversa. Ancora, però, non basta: questa mostra che - come premesso - arriva da lontano, quasi in un cammino che richiama quello epifanico dei Magi, racconta il  suo viaggio. Sì, perché la realizzazione delle opere è stata seguita attimo per attimo come forse mai prima nella storia per così lungo tempo. Questo reportage in tempo reale, che è stato chiamato con il semplice ed altrettanto esplicativo titolo : "Cosa faccio quando dipingo", documenta in presa diretta l'autore durante la creazione delle opere, affiancato dall'amico ed aiutante Edi Cola Antoniolo e integrato da un repertorio di brani musicali d'eccezione (alcuni dello stesso Giorgio Valentinuzzi), oltre che dai commenti di centinaia di appassionati che hanno seguito via web l'evolversi di questa soap painting in 43 episodi, è stato raccolto in un DVD. Il tutto, costituisce un vero e proprio viaggio alle origini e attorno al fasma - termine ancora fior di conio tratto da Georges Didi-Huberman dal greco phasma - alla scoperta dell'immagine che nella mente di un artista precede l'ispirazione. Ad animare la serata a Casali Maione, con tanti amici e appassionati saranno con Giorgio Valentinuzzi il co-protagonista del DVD e assistente al fasma Edi Cola Antoniolo, la co-ideatrice parmense di questo CX evento dei Contemporanei 3000, Monica Bergamini; il guru della critica Carlo Milic,il giornalista Rodolfo Rudy Cozzi, il poeta Franco Falzari e il fine dicitore Vito Zucchi. Non sarà questa che l'apertura al pubblico non virtuale dell'evento "Forme plastiche": la parte espositiva, infatti, continuerà nel salone dei ricevimenti dell'Azienda Ferrin per tutto il mese di gennaio, per poi spostarsi, per terra, ancora in regione e per altrettante mostre a Vicenza, Parma e Roma e ancora, per mare, all'inizio del giugno prossimo. Quest'ultima sarà, attraverso l'elemento acqua, l'ultima straordinaria parte della manifestazione, con Giorgio Valentinuzzi  che darà vita a "Forme plastiche sulle onde dell'arte" in un happening continuo a bordo di una nave da crociera e mentre questa solcherà le acque tra le cime di Atlantide, se piace credere che Santorini sia ciò che ne resta, lui dipingerà e chissà quali emozioni ancora baceranno le tele. Sarà prerogativa dei fortunati croceristi scoprire, con gli incanti dell'Egeo, le emozioni di vedere nascere un'opera d'arte dalle acque e se l'Afrodite sarà Callipigia - o Kalliglouteos per dirlo ancor più semplicemente in greco - non sarà certo per far invidia agli ateniesi discendenti di quel Teseo che Eracle non riuscì a strappare del tutto dalla poltrona dell'Oblio di Ade, ma solo perché è così, come sostengono anche i tanti che stanno già seguendo il cammino delle Forme plastiche e che ne attendono il trionfo proprio là dove il fasma sparso dalla Cipride è più forte.

Rodolfo Cozzi