g i o r g i o v a l e n t i n u z z i
CANTICO DEI CALICI
Poesie conviviali
1989-2002
secondo atto
a Luca Sossella
UN FANTASMA DI NUVOLE
avrebbe scritto Guillameio
avrei accennato al restringimento dei conoscenti
per inciso
a vini atipici
e ad amori acrilici
Lei gli comparve
IMPROVVISAMENTE(Dal) di fianco
come lui un’altra volta fece con la madre
in cucina
di ritorno da un viaggio apparentemente
senza ritorno
Lui lungo i binari di una strada ferrata
monotona
sorprendentemente allegra
Lei spinta da una coppia di motori diesel
da lontano
supposi
sul pelo
di uno stagno vasto come un oceano
e limitato quanto una cella
Lui
nello stipetto dell’anima
si teneva i suoi fantasmi di nubi
Guillame pensava ad un viaggio in treno
da Orano
lui pure
assieme alla madre
Angelica de Kostrovitzky
molto simile a Francesca con Emiliano
verso Kopenhagen
Mio dio lui si perse
In quel nulla dato dalla sua anima assente e
dalla chiesa
così presente
Sossella recitava
Cojaniz citava Jarret
forse anche Ultimi Imperatori
avevano una J in comune e mani calde
accoglienti
Stefania fuggiva ombre impossibili
All’esterno della chiesa
all’esterno della chiesa
Il freddo
altro Amore
passeggiava
Fantasmi turbolenti di nubi
non era il 14 luglio
non lo era e mai
lo sarebbe stato
Stefania era lì
in cerca di emozioni che Calligaro non dava
Il pianoforte toccato
manipolato
pastrugnato
dava le sue vibrazioni ossee
Che sesso ha un pianoforte?
PADRE PADRE
PADRE
Sono ora in Gerusalemme
Luca cantilenava
prosodiava
nella lenta
accentuazione fonetica friulana
Che spaventoso accento ho
PADRE
toglimelo
Guillame
Guillame
Padre
Padre
Siccome era la vigilia del 14 luglio
verso le quattro del pomeriggio
scesi di casa per andare a vedere i saltimbanchi
Edi
ricordi?
Non facemmo mai quel quadro
Neri manubri vuoti come un fiume gelato per barra
Città del Belgio sollevate a braccio teso
I saltimbanchi se ne stavano immobili
Il più vecchio aveva una maglia di quel rosa violaceo
che hanno sulle gote certe fanciulle ancora
fresche ma prossime alla morte
Fantasmi di nuvole
Dalla penombra s’alzavano le note
tante
forse troppe
la voce era impastata
emozionata
giovane
raffreddata
eccitata
titubante
uno spettacolo esitante
impaurito
nascosto
celava altre paure
celava amore
celiava sulla natura della poesia
superficie pura
Luca
parola scritta
parola cantata
un fantasma di nuvole
Avrei voluto che dal pianoforte uscisse
il piccolo saltimbanco
Lei spalancava gli occhi
i suoi occhi da casalinga salmastra
dilatava gli occhi
guaiva
Steffi ruotava lo sguardo frenetico in ogni direzione
passeggiava sospesa
cercava proprio lui
Quali emozioni?
Un fantasma di nuvole
UNA LETTERA PER LA PACE
pareti e tele grondanti sangue e fiele
in esposizione lì accanto
Girovagare vuoto
nel vuoto della chiesa
Occhi spalancati
Steffi a scherzare
io a guardare le nubi
come fantasma
nella chiesa
10 ottobre '94
Udine / nel mio studio,
davanti la finestra