BREVISSIMA ET ECCELLENTISSIMA HISTORIA

DEL PRINCIPATO DI ARIIS

Raccolta da Messer Valentino da

San Giorgio, 1419.

Per il giubileo del 1400 il Papa

tolse la scomunica a Tristano

Savorgnan che, a diciassette

anni di età assieme ad altri

nove giovani nobili, aveva

assassinato il Patriarca Giovanni

di Moravia, il 13 ottobre 1394

in Udine.

 

                Nel 1412 Tristano fu

                a capo di una

                congiura contro gli

                udinesi et così per

                loro divenne un nemico,

                in quanto egli fu il principale

                instrumento per assoggettare

                a Venezia la Patria del Friuli.

                Il Savorgnan allora si ritirò

                in Ariis e da lì respinse ogni

                assedio.

                Nel marzo del 1413, era venuto

                sotto le mura di Ariis anche

Sigismondo di Lussemburgo, re di Ungheria

e Imperatore del Sacro Romano Impero, mettendo

quartiere in  Castellutto e Rivignano.

Dopo un mese

di inutile assedio

al castello di

Tristano, all'Imperatore

Sigismondo era venuto

dapprima in noia, poi

in odio acuto il mangiar del continuo il

rancio dei suoi cavalieri e fanti;

lamentava altresì che il vin di sidro

gli procurava atroci

dolori al ventre, come scriveva alla

moglie, lasciata nel feudo

di Costanza.

Mandò a chiamare

fra' Gualtiero da Feldkirchen,

monaco al seguito delle

truppe e questi lo informò

che tale Valentino da San

Giorgio, dipintor d'ancone,

verseggiatore e poeta vernacolare,

potea entrare et uscire a suo

piacimento dal Forte di Ariis.

 

Nella notte senza vento i tre,

incappucciati, attraversarono lo

Stella (nei pressi del Mulino) e

penetrarono non visti nel borgo.

Non era ancora scoccata l'ora nona

quando bussarono all'uscio della

Hosteria di Messer Girolamo, che li

invitò ad entrare, li fece sedere

accanto al fuoco et recò loro una caraffa

del migliore vino.

Le coppe s'alzarono all'unisono

e nel bagliore rossastro della fiamma

l'oste poté intuire i volti degli avventori.

Mangiarono in silenzio ma senza fretta

l'anguilla dell' Anaxum, spiedi con polli,

anatre, pernici e starne, rape rosse

alla cenere; bevvero innumeri calici

di vino e grappa che riscaldarono

in profondità la mente e il cuore

del potente Sovrano: in alto si lèvarono

le coppe, Messer Gallici brindò con loro.

Sigismondo ébbro e grato ebbe parole

di elogio: vino nettare degli Dèi,

Ambrosia! Noi affermiamo, per volontà

di Dio, da non esserci carne migliore

dalla Patria del Friuli al fiume Reno!

I suoi occhi si fecero lucidi, si velarono

di una cortina di malinconia: il suo pensiero

volò alto e lontano, verso altri fiumi,

altri paesaggi, altre castella: casa sua.

 

Brandendo uno spiedo

a mo' di spada, il grande Re

balzò in piedi e

fatto inginocchiare davanti

a se' Girolamo Gallici sentenziò,

in segno imperituro di stima

et amicizia che lui et i suoi discendenti

sarebbero stati da quel momento

et per  i saecula saeculorum reggenti

del Principato di Ariis nella loro

hosteria, tempio di ogni delizia.

Era la notte del 15 aprile 1413.

Due giorni dopo, Sigismondo

levò l'assedio, concluse una tregua

con i Veneziani in Castellutto e

si ritirò verso Costanza.

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