Giorgio VALENTINUZZI
PROLOGO
Pulcio aveva il muso da pulcino.
Ananas si lèvava al mattino i capelli schizzati in alto, sulla testa.
S'incontrarono in mezzo ad altri al tavolo d'un'osteria.
Wanzumy, accanto ad Ananas
si umettava l'occhio destro con il cabernet.
Luli sparava cazzate a covoni,
amava non corrisposta uno smunto
e scuro calciatore della squadra locale, guaiva.
Le altre comparse bevevano vini atipici,
persi nel vuoto dei luoghi comuni.
Pulcio ed Ananas si guardarono.
Pulcio s'accorse che gli occhi verdi di Ananas
emanavano bagliori magnetici intermittenti,
ne fu affascinata.
Ananas, che l'aveva desiderata ancor prima di vederla,
cadde ai suoi piedi senza spostarsi dalla sedia,
la sua anima cantava,
annotò mentalmente il colore dei suoi occhi grigio-azzurri,
rabbrividì nel soffermarsi sulle sue labbra rosse
e taglienti come rasoi e sul suo seno
che gli appariva con l'attaccatura troppo alta.
Si salutarono nel silenzio più assoluto.