Domenico AGOSTINO

(Meni)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nasco a Udine il 4 marzo 1965,

in gioventù faccio atletica (giavellotto), leggo sempre,

giro il mondo e mi diplomo alle magistrali.

Inizio a lavorare presto. Da noi non si fa lo studente!

Coltivo da sempre la passione dell' officina,

che a casa mia non manca:

se serve qualcosa, te la fai!

Da bimbo, con mio padre, e poi da ragazzo sono

spesso in mare.

Navigo di conserva in barca a vela su e giù per la Dalmazia

fino all' inizio della guerra in Yugoslavia.

 Militassolto, conseguo in compagnia di mio fratello i

vari brevetti di volo

e comincio a guardare il mondo dall' alto.

Incontro nel 1990 Franco Malingri, progettista navale,

yacth designer, navigatore solitario e molto altro.

Da lui e dal suo lavoro imparo tutto quello

che so sull' acciaio inox,

alluminio e compositi, linee e forme semirigide

che cavalcano i fluidi.

Navigo e lavoro con Vittorio Malingri al suo 60 piedi

che lo porterà ad essere nel '92 il primo italiano

partecipante al Vendee Globe Challenge,

regata-giro del mondo in solitario.

In quel periodo incontro molti grandi marinai tra cui Soldini.

Costruisco una barca a vela disegnata da Franco, Lo Skua.

Parte nel 95 il progetto San Mauro.

La tomba (momentanea) di un marinaio

ed il grande sogno della mia vita.

 

In questi anni ho sempre saldato.

La mia ricerca è quella di una linea pura,

che come il tratto della matita di un disegnatore,

possa in qualche modo racchiudere gli spazi e regalare

una forma tridimensionale all' osservatore.

Eliminando il superfluo questa linea di ferro

deve essere decisa ed elastica,

bella in quanto essenziale,

come tutte le cose che stanno in mare ed in cielo.

Per la cronaca non sono sposato e non ho figli

(si valutano comunque delle proposte,

specialmente se inoltrate da avvenenti signorine).

 

 

 

 

CHIOCCIOLA, 2003

(tondino Fe pieno, diametro 12-08-04, piegato a freddo,

piegato a dima. saldatura a spot e cordone atal a& filo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao giorgio,

sto guardando per caso una barca a vela che sta sulla mia libreria.

Ci sta molto bene.

Chissà, magari avrebbe preferito essere vera e navigare.

Macinare miglia su miglia tra schizzi salsi, spuma e stridor di sartiame.

Giocare con il vento a rimpiattino tra cresta e cavi

dell' onda lunga oceanica.

Offrire un' inaspettato riposo sul bompresso alle procellarie stanche.

Sentire di notte il respiro dei delfini,

guardarli giocare sotto il sole tra mascone e chiglia.

Ma è solo un pezzo di legno,

non vuole nulla e non sente nulla,

per noi che la guardiamo

e comunque non c'è nessuna differenza

tra non voler sentire e non sentire,

tra non voler esistere e non esistere,

non voler dire e non aver nulla da dire,

per noi

che non stiamo in bonaccia eterna

lì, sulla mia libreria

e se magari, per pura follia, fosse esistita?

e se veramente avesse voluto dirmi qualcosa

ed io non ho saputo ascoltare?

......non ho voluto?

Per lei

ormai per sempre

sola

lì sulla mia libreria

non c'è nessuna differenza!

Ogni bene

domenico

 

settembre 03

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(e si ciba soltanto di RADICCHIO IN FIAMME  di Oderzo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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