OMAGGIO A
M A R C O D A V A N Z O
(Pittore)
1872-1955
Nell’importante
filone espressivo della pittura di paesaggio di fine Ottocento si forma la
personalità artistica di Marco Davanzo; pittore carnico tra i più importanti e
significativi, nato ad Ampezzo il 25 luglio 1872 da un’agiata famiglia di
commercianti provenienti dal Cadore.
Le sue innate qualità pittoriche fecero si che la famiglia, su insistenza di
Camillo Boito, noto critico e personalità artistica di primo piano nel panorama
del tempo, insegnante di architettura all’Accademia di Brera a Milano,
accordasse l’iscrizione all’Accademia veneziana, scuola frequentata dal Davanzo
dal 1888 al 1892.
Marco Davanzo matura le sue naturali inclinazioni artistiche con i maestri
Ettore Tito per la pittura e Antonio Dal Zotto per la scultura.
Agli anni veneziani segue un breve periodo (dal 1892 al 1894) a Roma, dove
l’artista si perfeziona seguendo i corsi all’Accademia di Francia. Nel 1895 è
nuovamente a Venezia per frequentare la scuola libera di nudo.
I fertili anni di studio giovanili sono documentati dai primi ritratti eseguiti
soprattutto ai familiari, opere in cui l’artista dimostra di aver maturato la
iniziale interpretazione realistica con accenti sempre più sensibili alla resa
plastica delle figure e alla interpretazione psicologica dei personaggi.
Caratteristiche del tratto pittorico del Davanzo sono i paesaggi, le atmosfere
cristalline di alta montagna, l’interpretazione veristica del mondo agrario e
contadino, vissuto come metafora di una sacralità che si rivela nel quotidiano.
Tali affinità stilistiche sono ben documentate nella prima grande opera, di
notevole impegno, la sfoglia, dipinta dal Davanzo nel 1898 ed inviata
all’Esposizione Nazionale di Torino di quell’anno, a Londra nel 1903 e a Parigi
nel 1904.
Nel 1900 Davanzo sposa Anna Benedetti e nel 1901 nasce la figlia Elisa.
Nel 1903 è presente con l’opera Sera d’inverno alla Quinta Biennale veneziana,
dal 1908 al 1911 partecipa alle esposizioni annuali organizzate dall’Opera
Bevilacqua La Masa a Ca’ Pesaro di Venezia e nel 1912 è presente all’Esposizione
internazionale di Monaco.
La famiglia Davanzo, dopo la sconfitta di Caporetto, è costretta a riparare
nelle Marche, dove troverà ospitalità presso la famiglia Carnevali sino al 1921.
La dura esperienza della guerra, il prolungato soggiorno maceratese, si faranno
sensibilmente sentire nelle opere degli anni 20-30; dipinti dove l’artista
dimostra di aver aggiornato la sua tavolozza pittorica, più sciolta nel ritmo
compositivo e più accesa nei toni cromatici adottati. Ma la diversa impostazione
è forse in parte anche giustificabile con i contatti inttrattenuti in quegli
anni con il pittore friulano Giovanni Napoleone Pellis.
Negli anni tra le due guerre Marco Davanzo è un artista ufficialmente
riconosciuto. Partecipa nel 1927 a Bologna all’Esposizione d’Arte del Paesaggio
e a Milano, nel 1929, vince una medaglia d’argento all’Esposizione d’Arte
Montana.
Col secondo conflitto mondiale si conclude anche la sua attività espositiva. I
tempi cambiano bruscamente e le novità rivoluzionarie delle avanguardie del
Novecento decretano il definitivo superamento stilistico della sua pittura,
coerentemente impostata, nell’arco della sua lunga vita, su un lirico
naturalismo espressivo.
Negli ultimi anni Marco Davanzo si ritirerà a vita appartata, continuando sin
quasi alla fine - si spegne ad Ampezzo il 2 luglio 1955 - a dipingere e
intrattenere con le sue montagne quel fertile ed intenso rapporto emozionale che
aveva scelto.