OMAGGIO A
A F R O
B A S A L D E L L A
(Pittore)
(Udine 1912 - Zurigo 1976)
E' tra i massimi esponenti dell’astrattismo italiano.
Dopo gli studi a Venezia e Firenze, aveva frequentato nel 1932 a Milano, col fratello Mirko, lo studio di Arturo Martini.
Dal 1934 si era stabilito a Roma. Partecipa alle vicende del tonalismo romano (con Cagli) che interpreta con accenti di colorismo veneto. La personale del 1936 alla galleria La Cometa segna il culmine di questa fase.
Nel 1936 si cimenta in un ciclo di affreschi per il collegio dell'Opera Nazionale Balilla di Udine (distrutti poco tempo dopo), una delle imprese in cui si esprime la vocazione architettonica della pittura tonale (cfr C. Cagli , Muri ai pittori, in "Quadrante", maggio 1933). Nel 1937 a Parigi collabora con Cagli alle vaste decorazioni per l'Esposizione internazionale. Si interessa alla pittura impressionista e cubista.
E’ del 1937 una importante personale alla Galleria della Cometa di Roma: Libero de Libero, presentandolo in catalogo, esalta la matrice veneta del suo acceso colorismo.
Nel 1938 esegue degli affreschi a Rodi (villa del Profeta e Albergo delle Rose) e a Udine (casa Cavazzini).
Nel 1939 partecipa alla III Quadriennale di Roma ed espone con Mirko a Torino (galleria della Zecca) e a Genova (galleria Genova). Nello stesso periodo la sua attività di pittore-decoratore si esplica in alcune mostre romane dedicate a temi sociali e "autarchici" :Maternità e infanzia, del Tessile, del Minerale (le opere, eseguite a tempera su pannelli, sono andate perdute).
Alle soglie della guerra, Afro partecipa al clima di rinnovamento che si esprime nell'attività di e nelle varie edizioni del Premio Bergamo .
Le opere del periodo 1940-’42 (le nature morte, le Rovine e i quadri di figura) vivono in una dimensione più interiore ed evocativa, le superfici tonali si stemperano e si frantumano in una sorta di impressionismo della memoria.
Dal 1941 alla fine del conflitto Afro è a Venezia, dove insegna mosaico all'Accademia realizza i cartoni per i mosaici del palazzo dei ricevimenti dell'E42 (Roma-EUR).
Nelle opere successive al 1943 si manifesta una tendenza alla sintesi lineare e coloristica, in sintonia con la nuova attenzione italiana per il linguaggio cubista e post-cubista. Questo periodo di ricerche, durato fino a tutto il 1947, fu la premessa della sua produzione postbellica che sfocerà nell’Informale. Decisivo nella formazione del suo linguaggio astratto fu anche il lungo soggiorno compiuto negli Stati Uniti (1950).
Negli anni della seconda guerra mondiale, nel clima di tensione e di rinnovamento, le sue superfici tendono a frantumarsi in una sorta di impressionismo della memoria .
E’ il preludio della svolta, che matura nel dopoguerra con l’irruzione in Italia delle esperienze post-cubiste.
La nuova ricerca di sintesi lineare sfocia dal 1947 nell’astrattismo: Afro è uno
dei protagonisti del Fronte Nuovo delle Arti e poi del Gruppo degli Otto.
Accentua una gestualità larga, di lirica evocazione, sostenuta dalla conoscenza
dell’Action Painting americana (Gorky in particolare) nel corso di un soggiorno
negli Stati Uniti (1950). Ma la sua è una linea "italiana", intrisa di luce,
attenta a larghi accordi di ritmo, che s’imporrà a livello internazionale (nel
’56 primo premio per un pittore italiano alla Biennale di Venezia, nel ‘58 un
grande murale per l’Unesco
a Parigi).